L’industria molitoria è basata sul principio fondamentale della separazione, ovvero in un molino si cerca di separare quanto più possibile l’endosperma dalla cariosside.
La macinazione del frumento fornisce, oltre a sfarinati adatti alla produzione di alimenti per l’alimentazione umana, anche sottoprodotti detti cruscami, utilizzati per la produzione di mangimi animali.
Il mulino può essere suddiviso in quattro sezioni principali:
Il processo di lavorazione del grano inizia con il ricevimento del frumento che, dopo le dovute ispezioni e analisi, viene trasportato all’interno del mulino tramite trascinatori ed elevatori per poi effettuare il trattamento di pre pulitura.
Alla fine di esso il grano viene immerso in appositi sili per lo stoccaggio del frumento.
Precedentemente alla macinazione, avviene un’ulteriore processo di pulitura seguito dall’importante operazione di condizionamento. Qua il grano viene bagnato con acqua potabile e lasciato riposare per essere portato ad una umidità tale da favorire la separazione dell’endosperma dalla parte corticale del chicco, durante la macinazione.
La macinazione è costituita da due fasi, la rottura e la rimacina.
Nella rottura si utilizzano cilindri rigati dove lo scopo è quello di aprire la cariosside e distaccare il più possibile l’endosperma lasciando la parte corticale sotto forma di larghe foglie.
Invece nella rimacina vengono utilizzati cilindri “lisci”, lo scopo è quello di ridurre i graniti, provenienti dalle rotture, in sfarinati.
Tra i vari passaggi di rottura e rimacina vi è una setacciatura attraverso stacci piani oscillanti chiamati plansichter.
Alla fine dei vari processi di lavorazione avremmo il prodotto principale, la farina, che verrà analizzata e stoccata in apposite celle verticali, per poi essere miscelata con altre farine precedentemente prodotte per creare il prodotto finito che andremo poi a confezionare e vendere.